Utilizzi delle piante officinali

Le piante officinali sono utilizzate dall’industria farmaceutica e alimentare (dolciaria, dietetica, liquoristica e bevande in genere).

Alcune essenze (timo, rosmarino, salvia e origano) assumono importanza non solo come specie da condimento, ma come conservanti di prodotti per il potere antiossidante e per le proprietà antimicrobiche.

Un settore di notevole interesse in cui trovano largo uso le piante officinali è quello della cosmetica; numerosi sono, infatti, i prodotti per l’igiene del corpo e dei capelli che contengono amidi, mucillagini e oli essenziali estratti da piante officinali. Tra le specie più importanti in cosmesi si citano la calendula, la camomilla, l’achillea, la malva, l’aloe, il bergamotto, la lavanda, la menta, l’eucalipto e il pino silvestre.

Il valore medicinale delle droghe è, invece, dovuto alla presenza nei tessuti della pianta di una sostanza chimica (principio attivo, con azione fisiologica. Di molti di questi principi attivi non si conosce l’esatta struttura chimica; altri invece sono stati individuati e isolati.

I più comuni sono compresi in una delle seguenti categorie: alcaloidi, glucosidi, oli essenziali, resine e gomme. Le essenze, però, raramente hanno un singolo componente e pertanto, oggi, più che di principio attivo si parla di “fitocomplesso” in quanto l’attività biologica di una droga è da attribuirsi ad uno o più principi attivi in essa contenuti e alle interazioni che si verificano tra questi e altre sostanze presenti nella droga.

Le droghe vegetali vengono impiegate per la preparazione di decotti ed infusi, a cui seguono estratti e tinture. Il rabarbaro, la valeriana, la liquirizia, la camomilla e la genziana sono tra le principali specie che sotto forma di estratti e di tinture, sono presenti nelle formule di specialità farmaceutica. Molte specie contenenti insetticidi, fungicidi e repellenti, come principi attivi, sono studiate ed utilizzate in alternativa ai prodotti chimici di sintesi


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