Etnobotanica

L’etnobotanica è lo studio degli usi tradizionali delle piante, spesso legati alla cultura tipica di una specifica area geografica o di un particolare gruppo etnico. Tali tradizioni ancora oggi sopravvivono, soprattutto grazie alle testimonianze orali tramandate da una generazione all’altra e meritano di essere riconosciute a pieno titolo come Patrimonio Culturale Immateriale (Intangible Cultural Heritage) secondo la convenzione UNESCO di Parigi del 2003. Questa convenzione stabilisce infatti che conoscenza e pratica riguardanti la natura e l’universo sono parte del nostro patrimonio culturale.

La conoscenza delle piante del proprio territorio rispondeva, in passato, a esigenze pratiche necessarie per affrontare e risolvere una serie di problemi legati alla vita quotidiana e al lavoro (agricoltura, pastorizia, pesca). Ancora oggi, infatti, sono soprattutto le popolazioni rurali ad aver mantenuto le pratiche legate all’utilizzo di piante spontanee e con maggior frequenza ciò si verifica nelle regioni e nei territori più interni del nostro Paese, dove alimenti già confezionati e nuovi integratori pubblicizzati presso i centri commerciali rivestono un ruolo ancora marginale rispetto ai prodotti tipici del territorio.

In tali ambienti, le piante spontanee sono ancora diffusamente impiegate per la preparazione di piatti tradizionali o liquori o come fitoterapici per il trattamento e la prevenzione delle patologie più comuni (disturbi dell’apparato digerente, urinario, respiratorio, ecc).

Gli scopi principali della ricerca etnobotanica sono la raccolta e il censimento di queste tradizioni tramite un accurato lavoro di indagini e interviste sul territorio, il campionamento di esemplari d’erbario e l’elaborazione dei dati raccolti.

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